mercoledì 31 dicembre 2008

Urla di disperazione


Consiglio a tutti gli amanti della poesia questa piccola raccolta di poesie ("Jalel El Gharbi. Urla di disperazione) da me tradotte e curate, non solo perchè l'autore in questione (Jalel El Gharbi) molto noto nel mondo arabo ed in Europa, è stato per la prima volta tradotto in italiano, ma sopratutto perchè la sua poetica fa immergere il lettore in spazi sconfinati ed incontaminati, luighi dal fascino esonico i cui protagonisti sono spesso dei nomadi, degli erranti che vagano di terra in terra alla ricerca dell'Assoluto. Questa spasmodica ricerca permetterà ai personggi delle poesie "garbiane" di non fermarsi, di non chiudersi entro le anguste visioni dell'una o dell'altra terra che si visita, ma di andare oltre, animati dalla sete di conoscenza e dallavoglia di percepire il prossimo, non solo come un ostacolo da sormontare, ma come uno stimolo per migliorarsi. Insomma, un andare verso l'altro per meglio conoscere sè stessi, l'alterità, indefinitiva, non è altro che una declinazione del Sè. L'incontro con l'alterità per antonomasia è dato dall'incontro con la figura femminile, la cui bellezza giunonica, simboleggia l'incontro con la diversità, con lo straniero, con chi non ha le nostre medesime convinzioni e la nostra mentalità.
Questa è la chiave di lettura per comprendere ogni poesia di questo meraviglioso poeta tunisino che porta nelle sue opere il fascino del mondo arabo in un perfetto connubio con la cultura occidentale. Nelle sue opere si realizza perfettamente quell'utopia chiamata "orcidente"(unione tra oriente e occidente) che, a livello politico-religioso-culturale, nessuno è ancora riuscito a realizzare.
Jalel El Gharbi. Urla di disperazione. ( traduzione e note critiche a cura di Emanuela Frate). Ed.Kimerik
ISBN:88-89030-84-4
Chi fosse interessato ad acquistare il libro può farlo contattando la casa editrice al sito www.kimerik.it; oppure al sito www.ibs.it

martedì 22 luglio 2008

Senza Titolo (traduzione di Emanuela Frate)

Nel grano trasformatosi in papaveri
Avanzavano due palme dell'esilio
Fremevano al vento
Et sotto le due palme dell'esilio
I fragili papaveri
Tessevano le loro scie rosse

Nel grano trasformatosi in papaveri
Noi eravamo
E fremevamo al contatto del vento che
Ci spingeva altrove
Laggiù dove l'altro ritorna a sé
Nel grano trasformatosi in papaveri
Come nel quadro di Monet

I calabroni ci credettero una sola cosa

Sans Titre-Poésie de Jalel El Gharbi

Dans le blé converti aux coquelicots
Poussaient deux palmiers de l'exil
Ils frémissaient au vent
Et sous le deux palmiers de l'exil
Les freles coquelicots
Tissaient leurs étreintes rouges

Dans le blé converti aux coquelicots
Nous étions
Et frémissions au vent qui
Nous poussait ailleurs
Là où l'autre revient au meme
Dans le blé converi aux coquelicots
Comme chez Monet

Les Frelons nous crurent Un